Teotihuacan

Riti e sacrifici nella religione del Messico antico

  • Sergio Botta

    Professore di Storia delle religioni – Università di Roma “La Sapienza”

  • martedì 06 Dicembre 2016 - 17.30
Centro Studi Religiosi

Audio integrale

Mentre nella zona maya, l’esaltazione del lignaggio regale e del culto degli antenati assunse durante l’intero Periodo Classico un ruolo fondamentale e contribuì allo sviluppo del modello dinastico, nell’area dell’altopiano centrale del Messico si stava sviluppando la città di Teotihuacan, culla di una civiltà che avrebbe profondamente influenzato la storia della Mesoamerica. La sua crescita ebbe inizio intorno al II secolo d.C. e raggiunse il massimo splendore intorno al V secolo, quando, dopo aver rapidamente attratto la popolazione dei dintorni, la città arrivò a ospitare circa centocinquantamila abitanti, divenendo il più importante centro culturale, commerciale e religioso dell’area. Teotihuacan, le cui rovine monumentali distano solo cinquanta chilometri dall’odierna Città del Messico, era ordinata secondo una pianta ortogonale: il suo reticolo era diviso in quattro quadranti da due assi circondati da un gran numero di complessi residenziali edificati secondo un piano urbanistico controllato dal governo centrale. Il più importante dei due assi, il cosiddetto "Viale dei morti", correva lungo la direzione Nord-Sud ed era il teatro delle operazioni amministrative e rituali. La splendida via processionale era fiancheggiata da numerose costruzioni e chiusa dalle due piramidi del Sole e della Luna che, come repliche di montagne, riproducevano quel modello ideologico diffuso sin dal Postclassico. All’estremità meridionale si trovavano un grande mercato e il Tempio di Quetzalcoatl ("Serpente Piumato").
Insieme all’iconografia del Serpente Piumato, che avrà un’importanza centrale durante le epoche successive, stavano apparendo a Teotihuacan le immagini di alcune delle principali entità extraumane che sarebbero sopravvissute fino alla vigilia della Conquista. Nell’arte pittorica teotihuacana appaiono infatti le iconografie di un’entità acquatica che sarà nota durante il Periodo Postclassico come Tlaloc, di un dio della vegetazione e della guerra noto come Xipe Totec e di un’entità ignea che condivide i suoi tratti fondamentali con il mexica Xiuhtecuhtli.
Mentre nell’area maya il bagaglio simbolico del Periodo Preclassico aveva raggiunto il suo apogeo nell’esaltazione delle dinastie dei sovrani, a Teotihuacan il potere politico aveva assunto forme differenti attraverso un governo di tipo collettivo che emergeva come risposta alla composizione multietnica della popolazione e i cui protagonisti erano rappresentati in forme impersonali. Questa peculiare direzione politica, tesa a esaltare la "territorialità" in luogo della dinastia, produsse conseguenze anche su un piano genericamente culturale. La condivisione del potere tra i differenti gruppi della città non produsse infatti uno sviluppo di quei mezzi espressivi che nell’area maya erano apparsi indispensabili per l’esaltazione dei sovrani. A Teotihuacan mancava un sistema di scrittura fonetica pienamente sviluppato e non trovavano posto alcuni degli elementi del sistema calendariale tra i quali spicca l’assenza del cosiddetto "Conto lungo" utilizzato dai maya per misurare i grandi cicli in relazione alle vicende dei lignaggi regali. L’assenza di questi strumenti espressivi non fu però dovuta a un isolamento della civiltà teotihuacana che intratteneva relazioni con le popolazioni dell’intera Mesoamerica. La rinuncia all’uso della scrittura fu semmai frutto di una scelta consapevole che rispondeva alla necessità di marcare una frattura ideologica che intendeva edificare un nuovo ordine politico che, rinunciando alla regalità dinastica, dava espressione a una sovranità di carattere multiculturale.

(da S. Botta, La religione del Messico antico, Roma, Carocci, 2006, pp. 22-24)*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

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