È il 1975. Elisabeth si stanca del marito, fa le valigie, prende i figli e parte per andare dal fratello Goran. Elisabeth è una massaia di periferia, una sorta di emblema della normalità, ma Goran è molto diverso da lei. Vive in una comune, ed è lì che Elisabeth lo raggiunge, con tanto di figli, in una casa caotica abitata da persone con capelli lunghi che discutono di politica, praticano l'amore libero, coltivano verdure e bevono molto vino rosso. Un film che racconta la storia di persone molto diverse che provano a vivere insieme. A volte funziona, a volte no. Parla dell'amore e del divorzio, della felicità e dell'infelicità, delle famiglie, di bambini, di adulti, di amicizia, di sesso e di calcio. In parte credibile spaccato di vita della Svezia anni '70, in parte ritratto agrodolce della generazione che tentò di rompere, a proprio rischio e pericolo, gli steccati socioculturali che costituiscono la base tradizionale della famiglia e della comunità sociale. Quasi tutto il racconto, carico di humour, si svolge all'interno della comune e punta a registrare la quotidianità. "perché " come dice il regista " in ogni persona c'è una storia da raccontare".