Storia e teoria di un'esperienza filosofica e politica
È difficile oggi individuare un concetto che goda di maggiore fortuna e diffusione rispetto a quello di democrazia che, nel corso del Novecento, è progressivamente diventato un ingrediente irrinunciabile per l’autodefinizione di qualsiasi movimento politico (dal liberalismo al repubblicanesimo e al socialismo), tanto che nessun attore sulla scena politica può definirsi “antidemocratico” pena la sua immediata cancellazione dal dibattito pubblico. Attualmente “democrazia” non indica più solo una forma di governo, un’ideologia o una procedura, ma l’intero orizzonte assiomatico dei paesi occidentali, che comprende al proprio interno idee – quali libertà, autonomia, diritti individuali, eguaglianza – affini, ma non equivalenti, alla tradizionale immagine della sovranità popolare.
Questa straordinaria fortuna dell’idea di democrazia non è però priva di ambiguità perché confonde in sé molteplici piani di argomentazione. All’inizio di una nuova epoca caratterizzata dalla globalizzazione, le dinamiche democratiche non hanno infatti generato solo luci ma anche ombre con le quali è necessario oggi fare i conti. Per esempio, libertà ed eguaglianza non hanno camminato di pari passo, tanto che nelle democrazie liberali contemporanee sono chiaramente aumentati i livelli di diseguaglianza sociale ed economica, così che oggi sembrano riproporsi vecchie questioni di ceto, in particolare nell’accesso alle risorse e alle opportunità. Anche a livello istituzionale il principio della rappresentanza ha finito per entrare in crisi a causa della progressiva trasformazione dei partiti politici in macchine oligarchiche di organizzazione del consenso, con scarso ricambio nella partecipazione ai processi decisionali da parte dei cittadini. Infine, di fronte a un’insistita paralisi nella circolazione delle élites e nella mobilità sociale, si sono affacciati sulla scena pubblica movimenti populisti che, favoriti dall’irrigidimento delle istituzioni tradizionali, hanno proposto nuovi modelli di azione politica per certi versi contrari alla natura della democrazia rappresentativa e costituzionale, ma che hanno riscosso grandi favori popolari, giungendo dunque a rovesciare nel suo esatto contrario lo scopo intrinseco dell’appello alla maggioranza. Per questi, ed altri, motivi è dunque necessario ritornare a discutere criticamente l’idea di democrazia, troppo spesso diventata una banale e superficiale etichetta che maschera pratiche e ideologie non democratiche.
A cura di | Carlo Altini |
Collana |
Indice