Un’immane distesa di cose si affolla nella nostra esperienza quotidiana. Sotto forma di oggetti tecnologici, di beni di consumo, di effetti personali, di arredi della casa e della città, oppure nella veste più ambigua di oggetti artistici o di presenze e desuete, proliferano a dismisura in ogni parte della nostra vita. Prodotti, scambiati, consumati, gli oggetti diventano parte integrante dell’identità degli individui e delle comunità. Incorporano i ricordi, le aspettative, i sentimenti e le passioni, le sofferenze e il desiderio di felicità. Attraverso di essi si mostrano concezioni, norme e valori del sistema culturale e, se costituiscono il canale mediante il quale gli individui si scambiano informazioni sulle definizioni che danno di loro stessi e sul mondo, nondimeno le stesse relazioni sociali li percorrono. La loro configurazione sensibile, il modo in cui sono progettati e costruiti, definisce gesti, comportamenti, modalità d’uso. Intorno a essi si produce comunicazione, le molte possibilità di significato che costituiscono il loro alone semantico vengono rese produttive dalla pubblicità. Oggetti del desiderio nel consumismo di massa, simboli di status nella società affluente, elementi di uno stile di vita nell’epoca del trionfo dell’immagine, strumenti di una consapevole inversione di tendenza nella cultura dei limiti dello sviluppo, comunque nella storia recente le cose hanno attratto su di sé il baricentro dell’agire umano.
Attraverso il confronto con un’ampia scelta di campi disciplinari (filosofia, antropologia, sociologia, psicanalisi, semiotica, estetica, letteratura, scienza della progettazione) i quindici interventi del volume propongono una ricognizione, sullo statuto degli oggetti nella società contemporanea e sulle principali strumentazioni concettuali disponibili per l’interpretazione della nostra esperienza delle cose.
A cura di | Andrea Borsari |
Collana |
Indice