La nascita del “terzo uomo” in Cicerone e Filone d’Alessandria
Professore di Lingua e letteratura latina - Université Paris Sorbonne
A partire da una posizione culturale contrassegnata dall’opposizione greco-barbaro, l’opera di Cicerone evolse verso la presa di coscienza del fatto che l’identità romana non possa integrarsi in questo duopolio. Per Filone d’Alessandria la distinzione rappresenta uno strumento indispensabile per pensare il mondo e l’espressione Hellènes kai Barbaroi ricorre costantemente quando evoca l’origine delle lingue, dei culti, dell’omosessualità o dell’attaccamento agli oggetti. Egli riconosce che tanto i barbari quanto i greci hanno generato forme di saggezza, ma, nell’insieme, la sua visione dell’umanità definita da queste due nozioni è profondamente pessimista. I nostri due protagonisti, che avevano fatto di tutto per spezzare i quadri antichi dell’ellenismo, videro essi stessi la fine del mondo al quale erano così fortemente affezionati: Cicerone quello della repubblica romana; Filone quello dell’Alessandria multiculturale.
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