Forte della convinzione che il compito dello storico della filosofia non sia quello di individuare le contraddizioni in cui sono caduti i filosofi, ma di ricostruire la profonda coerenza interna della loro riflessione, in quest’opera A. Philonenko esamina con puntiglio, seguendone l’ordine cronologico, le quattro opere fondamentali di Bergson: Essai sur les données immédiates de la conscience (1989), Matière et mémoire (1896), L’evolution créatrice (1907), e Les deux sources de la morale et de la religion (1932). Una scelta, quella di non considerare se non marginalmente le altre opere, funzionale all’intento di dimostrare la coerenza del metodo e della linea di ricerca filosofica che unisce in modo inscindibile l’intera opera di Bergson, e dunque di sottolineare quanto sia importante all’interno del bergsonismo la convinzione della necessità di forgiare per la filosofia un canone di rigore scientifico che, diverso da quello delle scienze naturali, la renda altrettanto positiva, oltre che pronta a un progresso che scaturisca dalla collaborazione della comunità filosofica. Inoltre, proprio sul terreno del rapporto tra scienza e filosofia nell’opera di Bergson, Philonenko mette a frutto la profonda conoscenza dell’opera di Kant e delle scuole neokantiane per colmare una delle lacune più marcate della letteratura critica del bergsonismo. L’analisi del rapporto Kant-Bergson. Si tratta di un confronto che lo stesso Bergson ha reso difficoltoso per l’esiguo numero e la sinteticità delle critiche esplicitamente dirette a Kant, ma che allo stesso tempo costituisce uno dei momenti fondamentali per la comprensione del ruolo che il concetto di “intelligenza” ricopre nell’economia della sua opera. In tal senso, risultano particolarmente interessanti le analisi che Philonenko conduce sulla genesi dei concetti di spazio e tempo in Kant e Bergson e del significato che la dottrina kantiana assume in quella storia della filosofia che, ricostruita da Bergson a partire dai paradossi di Zenone d’Elea, Philonenko non esita a definire “ontologica”. Alexis Philonenko, nato nel 1932 e attualmente docente all’Università di Rouen, è autore di numerose opere, tra cui L’ouvre de Kant, Paris, Vrin, 2 voll., 1969-1972; Essai sur la philosophie de la guerre, Paris, Vrin, 1976; J.J.Rousseau et la pensée du malheur, Paris, Vrin, 1984; L’Ecole de Malbourg, Paris, Vrin, 1989; La jeunesse de Feuerbach, Paris, Vrin, 2 voll., 1990.