Come se Dio ci fosse. Religione e libertà nella storia d'Italia


Ripercorrendo la storia italiana dal tardo Medioevo all’avvento della Repubblica, Viroli individua tre epoche (l’affermarsi delle repubbliche cittadine, il Risorgimento e i movimenti che dalla Resistenza condussero alla Costituzione repubblicana) accomunati da un medesimo ideale: la libertà. Si tratta di un ideale che assunse i connotati di una vera e propria religione, spesso in opposizione a quella cattolica, ma sempre attento a cogliere nel messaggio cristiano un anelito di riscatto morale. Costantemente accompagnata da documenti e citazioni dagli scritti dei personaggi coinvolti nelle vicende riportate, l’attuale ricerca di Viroli – che sviluppa e approfondisce temi già accennati nei precedenti L’Italia dei doveri (Milano 2008) e Il Dio di Machiavelli e il problema morale dell’Italia (Roma-Bari 2005) – mostra che i momenti di rinascita e di maggiore unità in Italia sono stati quelli nei quali era presente la consapevolezza di dover costruire il bene comune. All’origine dei tre periodi storici considerati vi è il significato della rinascita di una comunità e di un popolo: tale rinascita è riscoperta del dovere e liberazione dalle idee e dai modi di vita incompatibili con l’etica civica. Per questa sua duplice caratteristica, la rinascita civile è un processo faticoso che esige spirito di sacrificio: ed è proprio questo il filo conduttore di quella "religione della libertà" che l’Autore individua nei movimenti qui analizzati. La religione della libertà non è però fondata su basi esclusivamente individualistiche ma è una vera e propria religione del dovere, intesa come capacità di operare non per interesse personale, ma in vista di principi e fini che superano i singoli individui. Negli esempi storici qui riportati viene sottolineato come coloro che si sono assunti il compito di guidare una comunità abbiano seguito massime morali e politiche dettate non soltanto dalla ragione, ma anche da principi religiosi. Il titolo del volume rimanda infatti a un’affermazione di Ernesto Rossi, per il quale non era necessario "credere in Dio, ma agire come se Dio ci fosse", praticando quindi un cristianesimo civile che pone al primo posto la carità, l’amore e il servizio per il bene comune: si tratta di una tradizione di pensiero religioso e di vita religiosa che non si è spenta nel corso dei secoli e che si contrappone all’indifferentismo, nella convinzione che la religione sia un mezzo necessario per l’emancipazione di un popolo dalla corruzione morale, ma debba rimanere lontana dal potere politico per non rischiare di diventare semplice pratica esteriore. L’etica civica di cui parla Viroli si è infatti realizzata al di fuori dell’adesione a una fede religiosa ed è stata vissuta intensamente da persone che non si dichiaravano credenti, ma che non negavano il rilievo delle radici cristiane ed evangeliche.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2009
Recensito da
Anno recensione 2010
ISBN 9788806196196
Comune Torino
Pagine XII+373
Editore