Il libro ricostruisce la complessa storia del duello, un istituto che è oggigiorno ri-dotto a mero fossile sociale e giuridico, ma che ha rappresentato per oltre mille anni un’autentica chiave di volta della civiltà europea. Appannaggio pressoché esclusivo del ceto aristocratico e del sesso maschile, il duello ha assunto nel tempo tre forme differenti. Il duello ordalico apparve in epoca remota nell’Europa centro-settentrionale, si diffuse nelle regioni mediterranee di pari passo con lo sfaldamento dell’Impero romano ed entrò in crisi nel Due-Trecento, a seguito di ferme politiche accentratrici per via legislativa e della severa condanna della Chiesa e del diritto canonico. Esso consisteva in un giudizio di Dio concesso dal giudice per risolvere liti civili e criminali: nello scontro d’armi si coglieva la sentenza inappellabile della divinità. Il duello in torneo, nato secondo la leggenda nel 1066, era invece finalizzato a dar pubblica dimostrazione del coraggio e del valore marziale dei contendenti, a mantenere in allenamento quanti esercitavano il mestiere delle armi e ad esprimere in un linguaggio festoso e fastoso la complessità dell’etica cavalleresca. La fortuna di questo tipo di duello cominciò lentamente a declinare nel corso del XVI secolo, proprio quando gentiluomini e militari ricorrevano ormai spesso al duello d’onore per risolvere la gran parte delle loro controversie al di fuori di qualsiasi intromissione statale. Considerato un diritto naturale di ceto, il singulare certamen visse la sua stagione più gloriosa socialmente e più raffinata culturalmente nelle corti italiane del Rinascimento: questo spiega perché la “scienza cavalleresca” – elaborata non solo da giuristi e da filosofi, ma anche da “professionisti del duello”, cioè uomini d’arme esperti di consuetudini nobiliar-militari – venne percepita all’estero come un prodotto della cultura italiana. La condanna tridentina (1563) e la coeva legislazione secolare trasformarono in procedura contra legem il duello giudiziario d’onore, vale a dire la “singolar tenzone” all’italiana subordinata alla formale autorizzazione del potere pubblico. In Europa, tuttavia, rimasero a lungo tollerati gli “abbattimenti” che i singoli gentiluomini concordavano in maniera “clandestina”: il progressivo abbandono di tali pratiche iniziò nella società borghese e senza ceti, preparata dall’Illuminismo, e si concluse dappertutto entro i primi decenni del secolo scorso. Attualmente si sta procedendo alla cancellazione del duello dai codici penali nazionali, in quanto reato ormai desueto (in Italia lo storico provvedimento risale al 1999).