Interrogazioni sul cristianesimo

Cosa possiamo ancora attenderci dal Vangelo?


Il dialogo tra filosofi e teologi di grido costituisce indubbiamente uno degli elementi di novità della cultura filosofica italiana dell’ultimo decennio, quando non si esaurisca in scontate convergenze o in un esercizio alla moda: così accade in questo libro-intervista sapientemente orchestrato e “sceneggiato” dal giornalista Giovanni Ruggeri. In un contesto epocale che oscilla tra i residui della secolarizzazione, il post-moderno e la nuova religiosità, gli antichi steccati tra cultura cattolica e “laica” sembrano venir meno, quando ci si trova a confronto, nell’orizzonte di una indagine serrata sul futuro della fede cristiana e del vangelo, con l’eredità ineludibile della tradizione religiosa dell’Occidente da cui proveniamo. Il merito del confronto tra Gianni Vattimo, il teorico del pensiero debole, un tempo giovane militante universitario cattolico e lettore della Summa Theologica di Tommaso d’Aquino, il cui pensiero si è riaccostato negli ultimi anni ad un cristianesimo della “pietas” e dell’amore, ed il teologo ed estetologo milanese Pierangelo Sequeri consiste nella tematizzazione del profilo eminentemente pratico e fiduciale dell’atto di fede, che non può essere scambiato, come avviene nel mondo massmediale con l’assenso scontato ad un orizzonte veritativo predeterminato, al di là di un faticoso esercizio ermeneutico. La “fede della vecchietta”, cara a Vattimo, non contraddice né esclude affatto una forma di affidamento radicale a Gesù Cristo, quale centro esclusivo della fede cristiana, rivendicata da Sequeri. Una fede seria suscita tuttavia “a posteriori” – in questo consiste la specificità del ministero teologico – una riflessione razionale sulle proprie ragioni, che non può prescindere da una decifrazione accurata dei segni dei tempi a livello individuale e collettivo. La filosofia di Vattimo ci ricorda che il cristianesimo è una realtà storica, perché si fonda su un evento storico, e perché vive all’interno della storia dell’interpretazione della Parola, nell’orizzonte della fede ed anche al di fuori di essa. Chi creda di fissare ed esaurire il significato del Vangelo, nella sua ricchezza, in un insieme astorico ed intellettualistico di verità dogmatiche, di luoghi comuni, o, al limite, in una fitta rete di pronunciamenti magisteriali, è destinato fatalmente ad andare incontro ad una totale disillusione.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2000
Recensito da
Anno recensione 2001
Comune Roma - Fossano
Pagine 137
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