La città postmoderna


Le magie e le paure della metropoli contemporanea sono ben descritte dall’autore (professore di Sociologia urbana all’Università di Bari) che aggiunge le contraddizioni, le trasformazioni e le gravi carenze che caratterizzano la trasformazione urbana. La connotazione postmoderna è soprattutto qualitativa (le nuove culture, i segni) e non ancora quantitativa: le architetture sono ancora di segno tradizionale. La vita nelle città è senza soste, mentre i tempi del lavoro e della produzione tendono a contrarsi. E’ quindi entrata in crisi l’idea di città-concetto, quel modello di città che si pone come criterio di riferimento (la Parigi di Haussmann) e diviene impossibile cogliere una sua immagine unitaria. Le principali caratteristiche della postmodernità urbanistica sono la frammentazione, la mancanza di profondità, l’edonismo e la ricerca della bellezza. Il modello di riferimento del panorama architettonico non è più quello razionale o naturale, ma il sogno, un mondo di immagini fatto di desideri. La città è diventata “porosa”, non esistono più confini tra un fenomeno e l’altro, tra un livello di conoscenza e quello successivo. Lo sforzo principale è quello di differenziare, la varietà è diventata un imperativo, come il particolarismo e il piacere che hanno sostituito la funzionalità e l’utilità. Sono tramontati i tentativi di rifondare la città partendo da criteri universalistici; in essa si leggono invece le diverse intenzioni che rispondono alle domande delle tante nazionalità presenti. La città contemporanea si è assunta il compito di rendersi leggibile secondo i canoni della comunicazione multimediale dominante: tutto deve essere accessibile, accattivante, disponibile in tempo reale. Le azioni urbanistiche assumono lo stesso rilievo degli spettacoli culturali più importanti e come loro vengono recensiti. L’estetizzazione della vita quotidiana – vivere i luoghi in maniera immediata e superficiale, senza esercitare alcun controllo – è un altro aspetto rilevante della società che fa della città postmoderna un palcoscenico in cui la qualità del sembrare è un criterio decisivo. In ciò si può trovare un riferimento alla città/spettacolo dell’epoca barocca, da cui però si differenzia per la perdita di distinzione tra rappresentazione e realtà, tra attori e pubblico. Il concetto chiave per comprendere i cambiamenti della città è esperienza: le piazze, i caffè non sono più semplici luoghi, bensì assumono il ruolo di esperienze globali, che ci rendono diverse dopo averle provate. Lo shopping moll, che contiene tutto, diventa quindi la nuova città ideale dopo essere stata ideata come imitazione della città: paradossalmente il più artificiale degli spazi urbani diventa la città a misura d’uomo.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1997
Recensito da
Anno recensione 1997
Comune Roma-Bari
Pagine 272
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