Un ampio affresco storico – in cui confluiscono filosofia e letteratura – è quello che ci offre la lettura delle pagine di Benedetta Craveri, spinta in questa impresa dalla constatazione che la società francese del XVII e XVIII continua a costituire un modello privilegiato per l’analisi del mondo moderno: in quell’epoca è nata infatti l’idea di una élite culturale basata sul principio di cooptazione tra uomini e donne. Proprio il ruolo fondamentale svolto dalle donne in quell’epoca e in quell’ambiente – che avrebbe fatto della società nobiliare francese un fenomeno unico in Europa – è l’oggetto primario della ricerca. In quella società la conversazione “mondana” diviene momento di dibattito politico-intellettuale e luogo per riflessioni sul processo rigeneratore degli usi e dei costumi della società. A partire dagli inizi del XVII secolo la cultura ufficiale, dando vita a un’epocale novità storica, riconosce alle donne competenze intellettuali superiori a quelle degli uomini: investendo le donne dell’autorità di presiedere alle cerimonie mondane, e spostando il criterio di appartenenza dalla nascita al merito, l’élite nobiliare sembra tradire l’antico spirito di casta e di genere. La civiltà “mondana” francese rivela dunque un alto grado di consapevolezza dei suoi attori, che sentono l’esigenza di verificare la propria immagine riflessa nello sguardo altrui: la sociabilité diviene la “virtù” per eccellenza. Essa sola consente la certezza di sentirsi nel cuore dell’attualità, di appartenere a una comunità intellettuale all’avanguardia della letteratura, del pensiero e dell’arte. Questo fenomeno grandioso – che vede stili e mode susseguirsi a un ritmo serrato – era destinato ad avere un ruolo importantissimo per la vita culturale e politica della Francia, e dell’Europa intera, seguendo due linee maestre: l’antico ideale della perfezione e quello nuovo della pura ragione. Con l’avvento dei Lumi la natura della riflessione sulla conversazione muta di segno e investe i problemi fondamentali della nuova sfera pubblica: l’arte della conversazione non ha come posta in gioco ‘soltanto’ la promozione dei Lumi, ma la dinamica stessa della riflessione intellettuale. Nata come sfida utopica, la conversazione era così andata modellando un sistema di comunicazione che consente alla società civile di dotarsi di un suo foro: la parola privata viene a sopperire all’assenza della parola rappresentativa aprendosi alla forma egualitaria del dialogo e al confronto delle idee; la sua missione pedagogica e morale diventa parte integrante dell’idea stessa di civilisation e di progresso.