Di solito quando si scrive una storia della filosofia è usuale suddividere gli autori esaminati in base alle scuole di pensiero alle quali essi fanno riferimento. E per questo può suscitare curiosità, o anche scetticismo, trovarsi tra le mani una storia della filosofia cattolica. La domanda infatti è: che cosa accomuna un certo numero di filosofi italiani di questo secolo, appartenenti a correnti culturali e di pensiero molto diverse? A questo interrogativo cerca di dare una risposta questo studio di Pietro Prini, professore emerito di Storia della filosofia all’Università “La Sapienza” di Roma. L’innegabile pregio del volume è di essere la prima organica ricostruzione storica del pensiero cattolico italiano di questo secolo. Privilegiando l’indagine storica su quella teoretica, Prini permette al lettore di farsi un’idea della possibilità o meno di una «filosofia cattolica». La sua ricerca verte esclusivamente su autori anche recenti (come Del Noce e Pareyson), ma non più viventi, analizzati singolarmente anche se raggruppati in sei correnti principali. Dopo un iniziale riconoscimento a due autori sui generis – Giovanni Papini e Ernesto Bonaiuti – per aver rinnovato il modo di fare filosofia cristiana aprendola ad una posizione autenticamente critica del filosofare nella fede, Prini svolge la sua indagine esaminando una ventina di pensatori che si sono misurati nel corso del secolo con le principali correnti filosofiche, dall’idealismo all’esistenzialismo, dal positivismo al marxismo e al nichilismo. Ciò che accomuna i filosofi cattolici è la messa in questione delle «due censure» nelle quali si è trovata coinvolta la filosofia cattolica italiana: «la modernità laica» e «la tradizione cristiana». Secondo Prini, nel rispondere a questi problemi, la filosofia cattolica ha «rilevato una direzione diversa della modernità -quella teologica da Cartesio a Rosmini, accanto e contro quella atea da Cartesio a Nietzsche». In questo senso si è sviluppato il dialogo con la filosofia moderna nella quale è stata privilegiata la soggiacente eredità cristiana. Complessivamente appare predominante il confronto con l’idealismo soprattutto nella versione di Giovanni Gentile. Il ripensamento dell’attualismo gentiliano porterà a due risultati: a una riconversione dell’attualismo in spiritualismo in filosofi come Carlini, Guzzo, Sciacca, oppure a un ritorno al realismo integrale nei filosofi che si richiamavano al neotomismo e al ripristino della tradizione classica. Più limitato è stato il contributo dei cattolici nei confronti del positivismo e dell’esistenzialismo. Ma ciò che infine emerge come il contributo peculiare di una filosofia «cattolica», è il tentativo mai esaurito di conciliare l’autonomia della ragione con l’interiorità della fede.