Nel corso degli ultimi anni la teologia sistematica italiana sta conoscendo una nuova fase di intenso sviluppo e di sprovincializzazione. Accanto alle sempre più frequenti occasioni di dialogo esterno con il “pensiero filosofico laico”, che si collocano ai margini della disciplina, si sono andati moltiplicando i momenti di confronto istituzionale tra i docenti di sistematica delle diverse Facoltà teologiche cattoliche delle tre aree geografiche tradizionali – Nord, Centro e Sud. I periodici corsi di aggiornamento dell’ATI (Associazione teologica italiana) si collocano opportunamente in tale contesto e mettono a disposizione del lettore medio – anche grazie all’agile e puntuale pubblicazione degli Atti ad opera del Messaggero di Padova – degli utili “status quaestionis” sui “theologumena” di maggiore attualità. Il volume sulla “Giustificazione” si caratterizza soprattutto per la sua ricettività nei confronti degli esiti del recente dibattito – ravvivatosi in sede di dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Federazione Luterana Mondiale – su tale punto spinoso del confronto tra la Riforma delle origini ed lo specifico pronunciamento magisteriale del Tridentino del gennaio 1547. In sede preliminare, appare quanto mai fecondo il chiarimento lessicale e semantico sulla valenza del termine “giustizia di Dio” in Paolo, condotto con sicura perizia esegetica ed ampio ricorso ai paralleli della letteratura giudaica intertestamentaria dal biblista Romano Penna (pp. 19-64). La sua riflessione non può non denunciare, alla luce delle indagini più recenti, l’unilateralità di una lettura meramente imputativo-forense della giustizia di Dio. Segue nel volume una acuta ricostruzione del dibattito tra scuole sviluppatosi nella prima sessione del Tridentino (1545-1547) e nella trattatistica contemporanea al Concilio, mentre il dibattito evangelico novecentesco – a partire dall’opera barthiana sino alle recenti e autocritiche analisi di W. Pannenberg – è ricostruito con perizia dal giovane teologo ecumenista Angelo Maffeis. La ricezione cattolica in chiave ecumenico-cristocentrica della posizione barthiana data dall’ormai classico libro di H.Küng del 1957, che seppe riportare al centro del dibattito un tema relegato dalla manualistica cattolica nelle note del trattato “De Gratia”. Indubbiamente meno ricca e feconda di spunti la seconda parte del volume, che appare maggiormente e “sociologicamente” ripiegata sulle problematiche e sul contesto specifico della teologia italiana “di scuola”.