Il libro di Flori vuole dimostrare i mutamenti dell’atteggiamento della Chiesa nei confronti della guerra fino all’epoca delle crociate. L’itinerario dell’indagine parte dalle riflessioni di sant’Agostino, il quale, pur non teorizzando la guerra giusta, fece progredire l’idea della sacralità di alcune guerre. A causa della divisione tra Oriente e Occidente si accentua il carattere religioso dello scontro con i pagani e le battaglie diventano “un giudizio di Dio”. In epoca carolingia le guerre condotte dall’imperatore assumono un aspetto missionario e si concludono con la “pace di Dio” che deve condurre il nemico alla penitenza e alla difesa degli interessi delle signorie ecclesiastiche: per questo aspetto la pace di Dio costituisce una tappa preparatoria importante nella formazione dell’idea di crociata ed è accompagnata dal progressivo avvicinamento del modello del santo con quello del guerriero. I santi infatti diventano un potente strumento di difesa delle comunità che gli rendono culto e per la cui difesa si intraprendono guerre che vengono sacralizzate. In realtà in questi conflitti, sottolinea Flori, sono sempre presenti motivazioni materiali, connesse direttamente alla difesa degli interessi pontifici, della libertà della Chiesa dalla tutela dell’imperatore, dell’autorità del papa sulla Chiesa e su tutta la cristianità. Con il papato di Gregorio VII (1073-1085) si afferma l’idea che chi si oppone all’autorità della Chiesa si colloca nel campo dei nemici di Cristo e dunque di Dio. Si afferma anche un vocabolario dalle forti connotazioni belliche per contrastare, anche con l’uso delle armi, i nemici di Dio, sacralizzando in questo modo la lotta intrapresa contro di loro. Gregorio VII non ha trasformato la guerra giusta in guerra santa e poi in crociata, scrive Flori, ma ha recuperato a proprio vantaggio il concetto messo in pratica dai combattimenti sacralizzati per farne uno strumento ideologico nella lotta contro pagani, eretici, scismatici. In questa prospettiva deve essere considerato il crescente processo di demonizzazione dei musulmani, che si amplia a partire dal IX secolo e che porta a considerare meritevole di essere prescritta in remissione dei peccati un’azione militare condotta contro di loro: la guerra di riconquista contro l’Islam diventa guerra santa quando Urbano II, portando a compimento il processo analizzato da Flori, vi aggiunge la necessità di liberare Gerusalemme, per raggiungere la quale si compie un pellegrinaggio armato.