Le analisi proposte in questo libro, pur risalendo agli inizi degli anni Ottanta, non sono state smentite nel corso del decennio appena trascorso. Esse descrivevano l’espansione di una nuova tappa dell’individualismo moderno, chiamata dall’autore «seconda rivoluzione individualista». Questa nuova tappa che introduce uno scarto nella logica individualistica moderna, è dovuta principalmente alla rivoluzione dei consumi e della comunicazione che ha ampliato a dismisura la sfera della vita privata a spese di quella pubblica, e quindi a un conseguente primato della realizzazione intima. Il concetto basilare che guida le analisi penetranti di Lipovetsky, è «il processo di personalizzazione» operante nelle società democratiche progredite. Con processo di personalizzazione Lipovetsky intende due cose: da una parte, «la disarticolazione della società disciplinante» e, dall’altra, «l’assestamento di una società flessibile fondata sull’informazione e sulla stimolazione dei bisogni, sul sesso e la considerazione dei fattori umani, sul culto della naturalezza, della cordialità e dell’umorismo». Si afferma così una società che è detta postmoderna e che si discosta da quella moderna perché le sue istituzioni si organizzano attorno alle motivazioni e ai desideri dei singoli e non obbliga più gli individui dentro norme uniformi e universali. Essa aggiorna uno dei valori cardine della modernità – l’individuo – assolutizzandolo. E’ l’apoteosi del narcisismo che è diventato, grazie ai noti studi di Lasch, il simbolo della nostra epoca. Il narcisismo ne riassume bene i “valori”: edonismo, psicologismo e intimismo, bisogno d’informazione e disincanto del mondo. Con l’edonismo si afferma la strategia della seduzione che permette la proliferazione delle scelte; con lo psicologismo e l’intimismo «l’ipertrofia dell’Ego»; col bisogno d’informazione il desiderio di espressione fine a se stessa. Il disincanto del mondo dà infine il tono alla società postmoderna che è, secondo Lipovetsky, governata dal «vuoto», cioè dall’assenza di qualsivoglia ideale o progetto che non sia «la vita al presente». L’indifferenza regna sovrana: tutto è ammesso, nulla riesce più a scandalizzare, «è ormai possibile vivere senza scopo né senso», senza provare per questo angoscia o disperazione. La mutazione antropologica che il narcisismo incarna è, per Lipovetsky, ben lontana dall’essere compiuta, l’ultima fase dell’homo æqualis è solo all’inizio.