L’invenzione dell’altro. Saggi sul discorso antropologico


Non è un artificio retorico l’avere scelto come titolo di quest’opera L’invenzione dell’altro, poiché la discussione della relazione tra ricercatore e informatore condotta da Kilani rileva l’impossibilità di una neutralità o di una simmetria alla quale non si può aspirare che teoricamente. Teoria che si dimostra fallace di fronte alla realtà dell’indagine antropologica, la quale evidenzia soprattutto come la scelta stessa di conoscere una cultura differente presupponga una gerarchia secondo la quale viene stabilito un criterio di lettura della cultura studiata. Ne è un esempio lo stile proprio dei testi antropologici e l’uso sempre più frequente dell’assimilazione di una cultura a un testo oggetto di interpretazione. Tuttavia, il “testo” di riferimento non può essere che quello redatto dall’antropologo a partire da un paradigma concettuale il quale, sebbene estraneo alla cultura che pretende di descrivere, viene ritenuto assolutamente idoneo secondo i “nostri” canoni scientifici. Acquista perciò un significato particolare anche la scelta di redarre un testo antropologico al presente. Non si tratta infatti di una innocua finzione stilistica – l’indagine è infatti sempre precedente alla scrittura, la quale si dispiega solo in un secondo momento – ma soprattutto “confonde la presenza dell’antropologo con il presente dell’oggetto di studio” e in tal modo, prosegue Kilani “l’antropologo usa la propria esperienza come se fosse una rilevazione esaustiva della realtà e come elemento che struttura la realtà di cui egli dà conto” (p. 69). Tale procedimento non è tuttavia esclusivo dell’antropologo: ogni cultura interpreta il nuovo secondo criteri di assimilazione e di riconduzione al conosciuto, allo stesso tempo addomesticando e neutralizzando attraverso l’azione mediatrice della propria cultura la presenza dell’altro e rafforzando e rinvigorendo il proprio sistema di significazione e alla propria identità. Secondo tale prospettiva, Kilani può sostenere che “la cultura non sarà più quella cosa di cui parliamo, ma quel luogo a partire dal quale parliamo” (p. 33). Docente di Antropologia sociale e culturale all’Università di Losanna, M.Kilani ha pubblicato numerose opere tra le quali ricordiamo Les cultes du cargo mélanésiens. Mithe et rationalité en anthropologie, Losanna, 1983; La construction de la mémoire. Le lignage et la sainteté dans l’oasis d’El Ksar, Ginevra, 1992; oltre che, in collaborazione con J.M. Adam, M.-J. Borel e C. Calame Le discours anthropologique. Description, narration, savoir, Parigi, 1990. In italiano è stato tradotto Antropologia. Una introduzione, Bari, Dedalo, 1994.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1997
Recensito da
Anno recensione 1997
Comune Bari
Pagine 323
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