Ricordare, dimenticare, perdonare

L'enigma del passato


Dell’autore di La memoria, la storia, l’oblio vengono qui presentati al lettore italiano, con un’introduzione di Remo Bodei, due studi che riprendono alcuni dei temi elaborati in quell’opera. Anche in questo volumetto Ricoeur esamina la mediazione della memoria tra tempo vissuto e configurazioni narrative, questione rimasta inesplorata in Tempo e racconto. Nel primo saggio (L’enigma del passato) si indaga lo statuto della passeità, per fare emergere il duplice carattere del passato: uno puramente negativo («il non più») e uno maggiormente attivo, l’«essente stato», che Ricoeur, seguendo Heidegger, prova a leggere come dimensione autentica e originaria a partire dalla quale rielaborare una dialettica della temporalità. In pagine di intenso confronto con le grandi dottrine filosofiche della memoria e della temporalità (Agostino e Heidegger, ma anche Aristotele e Husserl), Ricoeur giunge a formulare una concezione che, muovendo dalla «equiprimordialità» di passato, presente e futuro, colleghi l’ordine della memoria all’apertura verso il futuro: la conoscenza storica verrebbe così sottratta all’orientamento retrospettivo attribuitole solitamente, e al contempo verrebbe liberata dall’indecidibilità prodotta dalla manipolabilità delle fonti. Il concetto intorno al quale Ricoeur annoda le sue considerazioni teoriche è quello di «colpa», di cui viene sottolineato (ancora un volta in fecondo dialogo con Heidegger) come esso vincoli il passato al futuro obbligando a ricordare, a ridire e a riscrivere la storia. La questione della rimemorazione e della riscrittura della storia è messa maggiormente a fuoco nel secondo saggio (Passato, memoria, storia, oblio), dalla più accentuata pregnanza etica e politica. Tre sono i fulcri tematici più significativi di questo secondo scritto. Il primo è la correlazione tra memoria individuale e memoria collettiva. Il secondo è la lettura di due testi di Freud, a uno dei quali allude il titolo stesso del libro di Ricoeur. Da Freud emerge la sequenza che lega ricordare, ripetere e rielaborare: il «lavoro della memoria» assume un ruolo strategico corrispondente al «lavoro del lutto», indicando quindi le forme di una sapiente gestione della memoria e dell’oblio (inteso anche come oblio attivo, cioè perdono). Terzo fulcro, in cui si condensa lo spirito etico della filosofia di Ricoeur, è appunto quello di una «politica della giusta memoria», ossia come rispettare l’obbligo di ricordare le vittime della violenza facendo tuttavia passare il passato, per guarirne i traumi senza ricadere nella coazione a ripetere dell’adesione del passato al presente.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2004
Recensito da
Anno recensione 2004
Comune Bologna
Pagine XVII + 124
Editore