Con questo libro l’autore non sviluppa una rassegna storiografica o di filosofia politica sulla democrazia, né indaga analiticamente la teoria politica, ma si dedica appassionatamente alla redazione di un vero e proprio manuale teorico sulla democrazia contemporanea. Da questo punto di vista, occorre segnalare che il testo si divide in due parti, le quali sono costruite attraverso la metodologia weberiana dei giudizi di valore e dei giudizi empirici. La prima parte del testo è dedicata alla democrazia come il regime politico maggiormente desiderabile. Segue quindi una rassegna analitica e comparativa sulla democrazia reale, tesa a spiegare il funzionamento concreto delle istruzioni democratiche, e anche i suoi limiti rispetto alla tensione ideale del modello democratico. Naturalmente rimane un problema aperto: la separazione della sfera del valore da quella empirica, rappresentata dal meccanismo istituzionale e procedurale della democrazia. Infatti, la storia del Novecento sembra dimostrare che la rigida separazione fra valori e analisi logica-empirica conduce inevitabilmente ad una certa ambiguità sulla idea di eguaglianza, che deve essere articolata nelle necessarie distinzioni fra l’eguaglianza dei diritti politici e l’eguaglianza materiale. Il libro si segnala inoltre per l’elaborazione di un polo concettuale su cui si dispiega l’illustrazione della democrazia moderna e dei suoi problemi, ed è precisamente quello della democrazia poliarchica, categoria già adottata nel passato da Dahl per individuare la democrazia tipica del XX secolo. La democrazia poliarchica individua sei criteri minimi per etichettare come democratico un paese moderno: 1. Amministratori eletti; 2. Libere, eque e frequenti votazioni; 3. Libertà di espressione; 4. Accesso a fonti alternative d’informazione, 5. Autonomia associativa; 6. Cittadinanza allargata. Infine, occorre rilevare le brevi ma interessanti enucleazioni di problemi tipici delle società democratiche contemporanee, dal rapporto difficile fra economia di mercato e istituzioni democratiche, alle sfide poste nel presente e nel futuro dalla globalizzazione e dai conflitti etnici, visto che Dahl individua concreti problemi politici sulle possibilità prossime di costruire sistemi democratici veramente transnazionali.